intervista istituto marangoni domus

Young designer

Due progetti che intrecciano la formazione alla produzione e distribuzione mettono in scena la nuova visione dell’Istituto Marangoni per il design che verrà.

“Non bisogna mai smettere di essere curiosi: il designer del futuro dovrà essere in grado di sperimentare la sua sensibilità in tutti i campi della cultura del progetto, essere un po’ demiurgo, saper cioè conoscere e gestire i processi creativi dall’inizio alla fine, dalla piccola alla grande scala, e non secondo uno sguardo rigidamente specialistico”.

Così Massimo Zanatta, Direttore della Design School dell’Istituto Marangoni tratteggia la visione della scuola e del suo crescente interesse verso il mondo del design, che si affianca alla consolidata tradizione formativa per il mondo della moda.
Nelle parole di Zanatta si intuisce la grande attenzione di Marangoni verso l’intersezione tra i percorsi di insegnamento e i contributi poliedrici che possono provenire dai mondi della produzione e della comunicazione. Un intreccio che è confermato dagli ultimi due progetti di cui si è fatto protagonista l’istituto, presentati nel corso dell’ultimo Salone del Mobile di Milano.

Il Prisma Project, realizzato con il coordinamento dell’architetto Sergio Nava, docente di Product Design, è il primo lavoro sviluppato da quattro tra i più talentuosi alunni dell’istituto: Gustavo Martini, Matteo Agati, Giulio Masciocchi e Térence Coton.
Il progetto ha visto la realizzazione di quattro corpi illuminanti capaci di interpretare la tecnologia OLED in maniera innovativa, prodotti in collaborazione con Sharebot, azienda italiana leader nella produzione di stampanti 3D professionali. Durante la Design Week, Istituto Marangoni ha offerto a Prisma Project uno stand dedicato all’interno del Salone Satellite.

Slicing light, di Matteo Agati, nasce dall’idea del contrasto tra la tradizionale forma dell’abat-jour e l’applicazione di materiali e tecnologie innovative. Il corpo della lampada è ottenuto mediante la ripetizione di un modulo ad anello di diametri differenti che genera la forma.

Poise, ideata da Gustavo Martini,si ispira al concetto di equilibrio: quando la parte superiore è centrale, i contatti elettronici non si
toccano e la lampada è spenta. Rompendo la simmetria, l’elettricità arriva ai pannelli OLED e la lampada si accende.

Térence Coton propone Nauta: una lampada dalla struttura leggera (di soli 3 mm) che può assumere diverse posizioni secondo l’orientamento, garantendo diverse tipologie di illuminazione.

ABC, di Giulio Masciocchi, è la prima di una serie di lampade a forma di lettere. Grazie alle proprietà flessibili della tecnologia OLED, la fonte luminosa prende forma sulla sinuosità dei caratteri.

Il coinvolgimento degli alunni di Istituto Marangoni nei due progetti presentati al Salone di Milano rientra nel più ampio progetto I’m alumni, una comunità internazionale pensata per supportare gli ex allievi della scuola al termine del percorso di studi attraverso la costruzione di una rete professionale efficace e il coinvolgimento in progetti e collaborazioni, mantenendo vivo un solido legame con l’ambiente accademico.